Il 13 luglio 1814, con le "Regie Patenti", Vittorio Emanuele I istituiva il Corpo dei Carabinieri Reali.
Una forza militare “distinta per buona condotta e saggezza”, incaricata di garantire l’ordine e tutelare i “buoni e fedeli sudditi”.
Nasceva così un Corpo destinato a diventare presidio di sicurezza e legalità, al servizio dello Stato e dei cittadini
In particolare, Vittorio Emanuele I emanò le Regie Patenti con cui organizzò tutto il settore dell’ordine e della sicurezza pubblica, prevedendo l’istituzione della Direzione Generale di Buon Governo che si sarebbe avvalsa dei Carabinieri Reali per il raggiungimento dei suoi scopi:
“Per ristabilire ed assicurare il buon ordine e la pubblica tranquillità, che le passate disgustose vicende hanno non poco turbato a danno dei buoni e fedeli Nostri sudditi, abbiamo riconosciuto che sia necessario mettere in atto tutti quei mezzi che possono essere confacenti per scoprire e sottoporre al rigore della Legge i malviventi ed i male intenzionati, e per prevenire le perniciose conseguenze che da simili soggetti, sempre odiosi alla società, possono derivare a danno dei privati cittadini e dello Stato….. Abbiamo … ordinato….. la formazione di un corpo di militari, distinti per buona condotta e saggezza, chiamati col nome di Corpo dei Carabinieri Reali. Essi avranno le speciali prerogative, attribuzioni ed incombenze finalizzate allo scopo di contribuire sempre più alla maggiore prosperità dello Stato, che non può essere disgiunta dalla protezione e difesa dei buoni e fedeli sudditi nostri”.
La parola Carabiniere, di per sé, non era affatto nuova; derivava dall’arma, la carabina, caratteristica dei reparti di fanteria leggera, che avevano a disposizione armi di maggiore precisione, gittata e distruttività, come appunto la carabina e la granata: i fanti di questi reparti avevano un addestramento superiore perché dovevano possedere notevoli mobilità ed iniziativa.
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