di angelo perrone
La notizia dei 114 milioni di euro di tagli alla giustizia è un segnale forte sulla reale priorità che il Governo riserva alla giustizia e ai diritti dei cittadini, mentre l’attenzione è distratta dal mitico progetto della separazione delle carriere dei magistrati. Questo taglio, frutto di un’operazione di “economia” imposta dal Ministero dell’Economia ai vari dicasteri, rivela il disinteresse per una funzione cruciale per la vita dei cittadini.
Le ricadute sui cittadini saranno gravi e tangibili. La scelta del ministro Carlo Nordio (Il Messaggero, 30 giugno 2025) di concentrare i tagli principalmente sugli istituti penitenziari, nonostante l’allarme lanciato dal presidente Mattarella sullo stato delle carceri, è emblematica e carica di conseguenze nefaste. L’idea di sostituire “più turni di sorveglianza” con “più telecamere installate nelle carceri” non è affatto un segno di modernità o efficienza, ma un pericoloso passo indietro.